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8 marzo 2016

Celebrazione pubblico dominio 2016 - “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf“

14.30 Biblioteca di Economia e Management UniTo

Celebrazione pubblico dominio 2016 - Percorsi di lettura tra testo, teatro e biblioteca -
Progetto bibliotecario urbano sul Pubblico Dominio

A Torino è attivo un gruppo di lavoro interistituzionale (Politecnico di Torino, Unito, e Biblioteche
Civiche, con Fondazione Teatro Nuovo) che da diversi anni lavora sulla divulgazione e promozione del
concetto di pubblico dominio, valorizzandone opere ed autori.

Cos’è e cosa significa il termine “pubblico dominio”? Il pubblico dominio è una sorta di "stato di
grazia" in cui si viene a trovare un'opera quando, a settant’anni dalla morte dell’autore, sono scaduti i
diritti che gravavano su di essa. In virtù del pubblico dominio il primo gennaio di ogni anno, una parte
dell'immenso patrimonio mondiale di conoscenza, arte e letteratura diventa liberamente disponibile
per chiunque, un tesoro comune utilizzabile per i fini più diversi: le opere "liberate" in pubblico dominio
si possono stampare, copiare, eseguire in pubblico, mettere in scena, tradurre, riprodurre su ogni
supporto, digitalizzare e altro ancora, senza obbligo di indennità o autorizzazione preventiva.

Le opere di Virginia Wolf (Londra 1882 – Rodmail 1941) di recente sono entrate in pubblico dominio.

I giovani attori del Liceo Germana Erba, in collaborazione con “Progetto bibliotecario urbano sul
pubblico dominio”, presentano proprio l'8 marzo in biblioteca una libera rielaborazione
drammaturgica del saggio “Una stanza tutta per sé”.

“E io devo chiedervi di immaginare una stanza, simile a migliaia di altre, con una finestra che si
affaccia sui cappelli dei passanti, su furgoni e automobili e altre finestre; e su un tavolo in quella stessa
stanza, un foglio di carta.....”. Virginia Woolf scrisse queste parole nel saggio “Una stanza tutta per
sé”, pubblicato nel 1929 dopo aver tenuto due conferenze sul tema "la donna e il romanzo".
In “Una stanza tutta per sé”, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni
nostri, Virginia Woolf rivendica per il genere femminile la possibilità di essere ammesso ad una cultura
che fino a quel momento si era rivelata di esclusivo appannaggio maschile, in una società, nella
fattispecie quella Inglese, di stampo profondamente patriarcale.
Il saggio affronta in modo ironico e appassionato il tema della creatività femminile affermando che
una donna per poter essere liberamente creativa e potersi esprimere deve avere “una stanza tutta per
sé”. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva
"denaro e una stanza tutta per sé"?
La stanza è più luogo metaforico che fisico, simbolo della libertà di essere sé stesse. Ma serve anche il
denaro: una rendita fissa che ironicamente e come provocazione Virginia Woolf pone come condizione
di libertà che permette alla donna di essere artista. Si snoda così un percorso attraverso la letteratura
degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e
asciutta riflessione sulla condizione femminile.

Per informazioni sul progetto e sulle iniziative
Nunzia Spiccia
Referente per il Politecnico di Torino
nunzia.spiccia@polito.it



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